Garantire la sicurezza sul posto di lavoro: chi sono i lavoratori tutelati
La sicurezza sul posto di lavoro è un tema di grande importanza, regolamentato in Italia dal Decreto Legislativo 81/08, noto come il “Testo Unico sulla Sicurezza”. Il decreto stabilisce norme di tutela in materia di salute e sicurezza del lavoro la cui portata è ampia, e si estende a tutti i lavoratori operanti all’interno di un’azienda, “indipendentemente dalla tipologia contrattuale“, come afferma chiaramente l’art. 2.
Il tipo di contratto di lavoro è irrilevante ai fini della tutela
Ma cosa significa? Essa implica che il concetto di “lavoratore” si estende ben oltre i confini dei lavoratori con un contratto di lavoro dipendente. L’art. 2 definisce “lavoratore” come “chiunque svolga un’attività lavorativa nell’ambito dell’organizzazione di un datore di lavoro, pubblico o privato, con o senza retribuzione, anche al solo fine di apprendere un mestiere, un’arte o una professione“. Ciò vuol dire che non solo i dipendenti, ma anche i liberi professionisti, i lavoratori autonomi e persino coloro che svolgono attività non retribuite all’interno dell’azienda, come ad esempio i tirocinanti e gli stagisti, rientrano nella sfera di applicazione di queste norme.
Informazione, formazione, DPI e sorveglianza sanitaria devono riguardare tutti i lavoratori
Di conseguenza, gli obblighi quali la formazione, la fornitura di dispositivi di protezione individuale e la sorveglianza sanitaria, che comprende le visite mediche effettuate da parte del medico competente, devono essere adempiuti dal datore di lavoro per tutti i lavoratori. Ciò vale indipendentemente dal tipo di contratto o, in alcuni casi, anche in assenza di un contratto formale.
Sono esclusi dalla definizione colf , baby sitter e badanti
Tuttavia, è importante notare che vi è un’eccezione a questa definizione: gli addetti ai servizi domestici e familiari, come colf, badanti e baby sitter, ad esempio non rientrano nella definizione. L’esclusione non si basa sulla natura dell’attività svolta, ma serve a sollevare i datori di lavoro, cioè le famiglie, da alcune delle responsabilità previste dalla legge. Ad esempio, non è necessario per loro effettuare la valutazione dei rischi, nominare un Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione o un Medico Competente, o fornire la formazione richiesta.
Sanzioni civili e penali per datori di lavoro e dirigenti in caso di inosservanza degli obblighi
La legge prevede sanzioni di natura civile o penale per i datori di lavoro che non rispettano gli obblighi imposti per tutti i lavoratori.
È fondamentale che i datori di lavoro siano consapevoli della situazione di coloro che lavorano all’interno della loro azienda. La sicurezza sul posto di lavoro è un dovere che non conosce distinzioni contrattuali, tutti i lavoratori meritano la massima protezione e attenzione per garantire un ambiente di lavoro sicuro.
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